di Mauro Calabretta

L’erogazione di un contributo a titolo di ristoro non basta a salvare le imprese, occorre un piano di rilancio ed una politica industriale per la calabria.

L’imperativo è d’obbligo “lavorare ad un progetto di imprenditorialità rinnovata” , che non significa agire solo sugli argomenti di rinnovamento, bensi esercitare all’interno della Calabria un nuovo ruolo d’impresa.

Tra green new deal e recovery fund, il sistema impresa diventa centrale nelle politiche di spesa, e puntare sulla qualità è sempre piu una scelta obbligata per l’ agroalimetare made in Calabria.

In un mercato mostratosi anticiclico rispetto alla crisi, fin anche nel quadro covid, il nuovo modo di fare impresa diviene il vero prodotto di eccellenza della nostra terra.

Rinnovare l’intrapresa, significherà assistere non piu ad una politica economica nella quale ci si diletta tutti a produrre tutto, ben venga quindi la produzione delle tipiche crocette, a solo patto però che alle stesse venga riconosciuta la titolarità di migliori crocette al mondo.

Egual titolarità alla filiera dei salumi, enfatizzandone definitivamente materia prima e taglio, ed abbandonando la screditoria strada di una produzione industriale realizzata addirittura con carni congelate, un fenomeno questo rivelatosi devastante per l’intero comparto ed ingannevole verso il cliente finale.

Identico ragionamento sul formaggio pecorino, ultimamente irriconoscibile rispetto alle potenzialità qualitative in passato offerte ed alle auspicate quote di mercato mai raggiunte, ed ancora al mondo dei vini divenuti cosi tanti da non essere piu distinguibili tra loro, per i quali si necessiterebbe quantomeno di definirne una corretta caratterizzazione.

Ed allora, perchè non pensare subito ad una Calabria terra e patria della liquirizia, operazione questa finora recuperata ed attuata dalle sole eccellenze Caffo ed Amarelli, magari agevolati da indirizzi politici capaci di stabilire e tracciare opportune linea guida.

Una sfida questa da affidare almeno inizialmente, alla competenza ed immagine di chef stellati e food influencer, capaci di esaltare la miscellanea di piatti e ricette a base liquiriza con un marketing territoriale fatto da antichi sapori e tradizioni.

Occorrerà saper vendere il prodotto Calabria quale argomento di successo, perche quanto realizzato in calabria è fatto meglio che altrove, perchè frutto di sorrisi e di colori che solo la nostra terra possiede.

Basta all’ingannevole improduttività fin ora donataci dai mercanti del fondo perduto,non ha prodotto i risultati sperati, basta con la politica degli aiuti pubblici alle imprese private, la nostra terra non ha necessita di ospitare ndrangheta travestita da finta imprenditorialità, falsamente invogliata a raggiungere questa terra per impiantare una nuova azienda.

Sembrerà strano, ma anche qui in Calabria abbiamo ormai imparato, a saper riconoscere la differenza esistente tra gli ingiustificati profitti in favore di chi è fin qui giunto con il solo fine di perpetrare un ennesima frode e la sana iniziativa nata per mano dell’ impreditoria nostrana.

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