Lungi da noi auspicare il ritorno ad una politica a blocchi contrapposti, troppo concentrata sulle differenze, che non sui punti di comunanza.
Ma la liquidità e per certi aspetti la promiscuità, non ideologica sarebbe chiedere troppo all’attuale classe politico amministrativa, ma gestionale della cosa pubblica lascia interdetti…
Gruppi consiliari che non trovano pace, ad ogni consiglio comunale l’assise è chiamata a prendere atto di adeguamenti delle commissioni, ormai il punto “adeguamento commissioni” equivale al “varie ed eventuali” delle assemblee condominiali, atto dovuto, privo di discussione, privo di motivazione.
E allora capita, sempre più di frequente che i comunicati rechino la firma di consiglieri che sono un po’ di qua e po’ di là, un po’ con il sindaco, ma non troppo, un po’ contro il sindaco ma non troppo..
Un’assise eterogenea, fatta di individualismi, prima che che di individualità, che quindi coltivano rapporti, interessi, relazioni ad personam, e non già progetti e visioni su basi valoriali comuni.
Non ci aspettiamo Don Camillo e Peppone, nemici politici, coerenti e onesti, umanamente amici e compagni dinnanzi alle difficoltà, pur conservando e difendendo diversità e differenze, ma neanche questo “vogliamose bene”, che poi chissà.. Oggi siamo di qua e domani?Chissà?!?Plasticità..
Ci si modella e si prende forma in base alla contingenza, non che la politica debba essere rigida, estranea all’evoluzione, ma smussare gli angoli per agevolare percorsi e processi è cosa ben diversa dall’assumere la forma più adatta alla sopravvivenza del momento.
Ben vengano le interazioni, ma rispettose di ruoli posizioni e, se qualcuno ancora ne ha, di idee!