Di seguito la nota CUB.UNITI.FLAICA.KR-Antonio Rocco
“Chi dice che la politica è una brutta bestia, non ha tutti i torti, la politica< grande organo costruttivo o distruttivo della società, deve decidere sulla sorte dei lavoratori del verde pubblico. Si e sempre discusso sui lavoratori del verde pubblico che hanno il Ccnl Federambiente e che non possono essere traslocati si e sempre detto nelle varie riunioni fatte con la politica che i dipendenti restavano in Akrea.Ma qualcuno vuole farsi bello sulla pelle dei dipendenti .Si mandano in ferie senza nessuna cognizione di fatto, si vocifera di cassaintegrazione senza considerare lo status quo dei dipendenti ,senza considerare che i dipendenti non sono gli ultimi assunti senza considerare che articolo 8 recita chiaro ,nel caso di acquisizione di rami di azienda o di nuove gestioni di servizi affidati da Enti pubblici, al punto 3 del presente articolo, l’azienda (Comune)che fosse tenuta, in forza di legge o di contratto assumere il
personale già addetto al ramo o al servizio di cui ha acquisito il servizio.
Si mettono a ferie forzate senza spiegazioni ho fa capire ad una illegale cassaintegrazione per i dipendenti Akrea addetti al ramo del verde pubblico e usati anche per fare la raccolta e spazzamento.
Esito negativo sulla videoconferenza fatta oggi alle ore 11.30 tra le sigle
sindacali CGIL CISL UIL FLAICA-CUB e il Presidente Giglio per Akrea ,il tutto rimandato in Prefettura.
Si parla e si discute del verde pubblico nella città di Crotone ma……………………….
Nel ricordare che le Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile, pubblicato dal Ministero
dell’ambiente e tutela del territorio, comitato per lo sviluppo del verde pubblico; ha scritto un documento che è il frutto di un lavoro coordinato e condiviso da più soggetti competenti a livello nazionale per la più ampia e corretta implementazione della Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”.
. Dagli ultimi dati ISTAT disponibili risulta che, nei 116 capoluoghi di provincia
italiani, il Piano del verde è presente in meno di una città su 10, il regolamento del verde nel 44,8% dei casi, e il censimento del verde è realizzato da 3 città su dove una visione strategica in materia di verde urbano manca, si procede per interventi di “somma urgenza” per la messa in sicurezza dei siti, o impedendo l’accesso alle aree con piante pericolose, o addirittura eliminandole. Occorre, decisamente, invertire la rotta. Anzitutto nell’approccio: il tema del verde pubblico deve essere affrontato in modo sistematico e le amministrazioni comunali devono poter contare su risorse e strumenti tecnici idonei per una corretta pianificazione, progettazione, gestione e fruizione degli spazi verdi al fine di massimizzarne i numerosi benefici ambientali minimizzando i rischi. Fra
le misure essenziali per avere città più verdi (e quindi più sane, più attrattive, meglio tenute e con minor spesa: in una parola, più vivibili), Bisogna fare il censimento del verde, il sistema informativo territoriale, il regolamento del verde e il bilancio arboreo (senza dimenticare naturalmente gli strumenti di pianificazione strategica, come il piano comunale del verde), da far confluire in una visione d’insieme nella cornice di una corretta progettazione del verde pubblico, in un’ottica orientata alla sostenibilità ambientale ed economica.
Cruciale si rivela altresì il tema della formazione degli operatori, anche della comunicazione, nonché il coinvolgimento attivo della cittadinanza nella gestione e valorizzazione partecipata di questo importante bene comune.
Accanto alle criticità esposte che interessano la totalità dei Comuni italiani, si pongono gli aspetti legati ad una sempre più diffusa situazione amministrativa
di carenza di risorse umane ed economiche La legge n. 10 del 14 gennaio 2013, all’art. 2 ha modificato la legge 113/1992 “Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato …” prevedendo che i comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, due mesi prima della fine del mandato, rendano noto il bilancio arboreo. Il bilancio arboreo è un documento, da pubblicarsi sul sito istituzionale del Comune, che secondo la norma, deve riportare, con riferimento ai 5 anni di mandato, il numero degli alberi piantati ai sensi della legge 113/92 e la consistenza ed il livello di manutenzione delle aree verdi.
Da sapere che Il dato mostra i metri quadrati di verde urbano disponibili per abitante nei comuni capoluoghi di provincia. Per verde urbano si intendono giardini pubblici, parchi e altre infrastrutture, non classificate come aree protette, presenti sul territorio comunale.
Con 990,47 metri quadrati per abitante, Matera è al primo posto seguita da Trento (399,61 mq), Sondrio (316,94 mq) e Potenza (190,95 mq). I capoluoghi con meno disponibilità di verde urbano sono invece Isernia (5,90 mq), Trapani (5,52 mq), Caltanissetta (4,51 mq) e Crotone all’ultimo posto con 3,46 metri quadrati per abitante.
Il comune di Crotone nel anno 2000 aveva alle proprie dipendenze, assunti, 45 unità che si interessava del verde pubblico e decoro urbano, siamo nel 2022 dove il territorio si è steso sia a nord che a sud, e i dipendenti che lavorano per il comune addetti al verde pubblico rimasti sono numero 5 , 10 unità assunti come socialmente utili a 4 ore e le 11 unità che l’azienda Akrea ha assunto da tanti anni con contratto pubblico,(federambiente) sommandoli abbiamo 26 unita che a confronto con la pianta organica del 2000 e con il territorio meno esteso ne mancherebbero 20 di unità .
Il comune deve fare investimento sul verde pubblico e deve capire che con attrezzature idonee e una squadra efficiente avrà un verde pubblico e decoro urbano da invidiare come negli anni passati e far ritornare il turista che manca alla città.
Per una buona efficienza e funzionalità i servizi a rilevanza economica devono restare pubblici.”