L’intervista ai due ospiti di grande rilievo inizia delineando quella che è la storia dell’azienda Amaro Lucano ed in particolare riferendosi al grande successo di questa stessa, a quelli che sono i pilastri costruiti attraverso un’efficace campagna pubblicitaria televisiva di grande rilievo. Negli anni, il modo di comunicare è cambiato, siamo nell’era di internet. L’amministratore delegato Francesco Vena e l’IT Manager Fabio Maglio, delineano qual è e com’è cambiata la percezione della comunicazione per la loro azienda storica: “Non è cambiato nulla per quanto riguarda il messaggio: <<cosa vuoi di più dalla vita? >> è una domanda perfetta, in quanto si adatta a tutti i periodi storici, situazioni e contesti. Abbiamo pensato a questo claim sin da subito, con l’intenzione di <<anestetizzare positivamente>> quelle che sono le difficoltà della vita, invitando a fine giornata a concedersi il piacere di gustare l’amaro preferito, l’Amaro Lucano. Ovviamente considerando la comunicazione sui social o internet, le risposte al nostro claim sono più immediate, soprattutto in questo periodo di pandemia. Chi mi ha preceduto, è stato lungimirante nel capire, che investire nella comunicazione del brand ed in particolare associare il claim <<Cosa vuoi di più dalla vita?Un Lucano>>, sarebbe stata la carta vincente. Ciò non deve esonerare noi a continuare a comunicare, soprattutto nel web, in quanto il nostro è un investimento continuo ed importante che si aggira intorno al 15-20%”. L’amministratore delegato Francesco Vena aggiunge: “La brand awareness del nostro marchio si aggira intorno al 95%”.
Il Presidente Luca Mancuso esprime il suo parere rispetto a quella che è l’importanza del digital e della percezione che oggi gli imprenditori hanno di quest’ultima: “L’importanza della comunicazione su internet è così tanto efficace tanto quanto è volubile. Ciò che va bene oggi non è detto che vada bene domani, per cui bisogna sempre considerare investimenti cospicui nella comunicazione e aggiornarsi. Internet è ormai il focus di tutto, come lo era un po’ di anni fa la Tv che sta perdendo davvero tantissimo ormai a livello di comunicazione. Quest’ultima riusciva a catturare l’attenzione dei potenziali consumatori attraverso un claim che si ripeteva così tante volte sino scaturire, generare quel determinato bisogno nel potenziale consumatore”. Fabio Maglio, IT Manager aggiunge: “Per quanto il nostro claim sia giovane, la comunicazione in ogni piattaforma necessita di un linguaggio ben definito e la velocità con cui le piattaforme e gli strumenti di comunicazione evolvono e i modi di comunicare cambiano fa sì che anche il nostro brand ed il messaggio si adatti. In un’azienda come la nostra, che non ha dimensioni enormi a livello di personale, c’è una stretta collaborazione fra i reparti, proprio perché in quasi tutti i progetti hanno la necessità di un apporto di tutti reparto”. L’IT Manager Maglio aggiunge specificando: “Ad esempio, sul web, il reparto IT si prodiga a recepire le indicazioni del team marketing per dare al marketing gli strumenti migliori per realizzare le campagne di comunicazione. Noi analizziamo tutti i dati, i feedback che riceviamo per supportare il marketing ed aiutali a scegliere la soluzione più efficace e quindi il miglior modo per comunicare il nostro prodotto sulle varie piattaforme e sul web. È impensabile credere che un messaggio realizzato 120 anni fa possa essere preso e <<buttato>> nel web di oggi, senza un ragionamento logico e contestualizzato, ed è questo ciò che fa la differenza, ovvero avere un claim forte ma che sia proiettato nel futuro ed in linea con quelle che sono le nuove tecnologie e strumenti di comunicazione”.
L’intervista si è conclusa con considerazioni degli ospiti su quella che è l’idea di ripartenza post pandemia e dell’importanza del Made in Italy e dell’export. Francesco: “Il mio auspicio è quello che ovviamente finisca tutto al più presto. I nostri primi clienti sono ovviamente i bar, i ristoranti e quando c’è stata la chiusura completa di queste attività per noi ha significato vivere da vicino la loro sofferenza”.