La decisione di Carlo Tansi di entrare nella coalizione di centro-sinistra ci lascia basiti. In tre mesi il fondatore di Tesoro Calabria ha assunto diverse posizioni contrastanti, passando dall’essere il candidato alla presidenza della Regione al rinunciare alla carica dopo l’ascesa in campo di Luigi De Magistris; dal quale ha poi preso le distanze, rimettendosi così sul calciomercato elettorale in attesa di salire su un altro treno: quello del PD, lista capofila della coalizione di centrosinistra.
«Mai col PD»: riecheggiano le parole di Carlo Tansi, che è passato dal voler distruggere il Partito Unico della Torta (PUT) a fare squadra con i pasticceri della stessa torta, che vede nella coalizione di centro-sinistra la sua naturale espressione. I cinque anni di Agazio Loiero ed i quattro anni di Mario Oliverio alla guida della Regione sono bastati per comprendere il modus operandi della sinistra in Calabria che, in perfetta armonia con i governi regionali di centrodestra (Chiaravalloti e Scopelliti), ha svilito e depotenziato il tesoro di Calabria, da cui il partito di Tansi prende il nome.
Ed è proprio ai colleghi di Tesoro Calabria che va la nostra piena solidarietà, per aver creduto in un leader che, con questa alleanza, ha dimenticato l’indipendenza e l’estraneità rispetto a quel “sistema politico” che ha sempre denunciato e che adesso è pronto ad abitare . Ma non è chiaro, una volta per tutte, che non si può fare la «rivoluzione» se i soldati sono gli stessi che garantiscono e giovano dello status quo? Non è chiaro, una volta per tutte, che chi millanta estraneità dalla vecchia politica non può governare insieme alla vecchia politica? Non ha insegnato nulla l’esperienza del Movimento 5 Stelle al governo del Paese? È bastata l’alleanza con Lega, prima, e con il PD, poi, per determinare una profonda crisi del MoVimento al punto tale da renderne necessaria la rifondazione.
Tesoro Calabria è il partito con cui abbiamo collaborato in campagna elettorale, perché anche noi abbiamo creduto in Carlo Tansi. È un partito in cui fanno parte persone perbene, a partire dai consiglieri comunali di Crotone che, con professionalità e dedizione, vogliono contribuire allo sviluppo della città. Lungi da noi voler attribuire a un gruppo politico le responsabilità del suo fondatore, che ha sempre promosso le sue decisioni spesso in modo asettico e unilaterale.
Nulla da dire neanche su Amalia Bruni, neurologa e scienziata di rilievo mondiale, che si sta prestando a una coalizione politica che è nota per vanificare e offuscare carriera e meriti di persone che, nella vita privata e professionale, si sono distinte per le loro qualità. Basti pensare al declino politico di Pippo Callipo dopo una carriera professionale costellata di successi.
D’altronde, come diceva Robert Micheles nella la famosa teoria della Legge Ferrea dell’Oligarchia, è risaputo che i partiti sono guidati da ristretti gruppi che influenzano le scelte non solo del partito stesso, ma anche delle amministrazioni in cui essi collocano i loro rappresentanti, indipendentemente se questi ultimi siano scienziati, brave persone o soggetti dalla dubbia etica e professionalità. Chi è espressione del partito deve seguire la linea del partito: e su questo Amalia Bruni non farà eccezione.
Se i mezzi non sono validi, non sarà valido neanche il fine che, ogni volta, tenta di giustificarli.
Nessuna crisi politica nel Comune di Crotone: noi siamo parte della maggioranza, che attualmente sostiene Voce e la sua giunta. Ma un gruppo politico serio e coerente non può tacere dinanzi ai repentini sbalzi di coalizione di Carlo Tansi, che da parte nostra non riceverà più alcun sostegno.
Stanchi dei Soliti