Transizione verso un modello di crescita sostenibile, l’Europa ha deciso di puntare su strategie ed azioni per attuare questa transizione, e in Italia?

Il bel Paese dal canto suo inizia a muovere i primi passi con centri e progetti di ricerca sull’idrogeno, ed in particolare sulla produzione e l’utilizzo dell’idrogeno “verde”.

Ma di cosa si stratta? L’idrogeno si produce dall’acqua tramite elettrolisi usando elettricità. Questo procedimento avviene in presenza di temperature altissime, si parla di centinaia di gradi, e i consumi energetici sono conseguentemente molto elevati. Quando l’idrogeno è prodotto da fonti rinnovabili si parla di idrogeno verde. Un’espressione che, sempre più, va a braccetto con il concetto di transizione energetica.

In Italia ad oggi sono ancora pochi i centri, le cosiddette “Hydrogen Valley”: in Lombardia la hydrogen valley è già un progetto palpabile che riguarda i trasporti ferroviari. La location scelta è la Valcamonica, nel dettaglio lungo l’asse ferroviario Brescia-Iseo-Edolo, dove da fine 2020 è partito il piano H2iseO di FNM e Trenord che fa leva sulla riconversione della linea ferroviaria non elettrificata – oggi percorsa da treni a motore diesel – a treni con trazione ibrida elettrica-Idrogeno. 

Progetto ambizioso, che vede allargarsi di mese in mese l’elenco delle aziende del settore energia disposte a collaborare con FNM: A2A e Snam per la fornitura di H2 destinato ad alimentare i nuovi mezzi ecosostenibili; Enel Green Power per studiare e individuare la migliore modalità di fornitura di idrogeno verde per la mobilità ferroviaria.

Si focalizza più sulla ricerca il progetto di ENEA per creare una hydrogen valley presso il Centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma. 

Il progetto nasce con un investimento da 14 milioni di euro per dar vita al primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione. I fondi vengono da Mission Innovation, iniziativa globale cui partecipano 24 paesi e la Commissione europea con l’obiettivo di accelerare l’innovazione nel campo dell’energia pulita e affrontare i cambiamenti climatici.

Il centro di ricerche ENEA alle porte di Roma sarà dotato di un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione lungo tutta la filiera dell’idrogeno: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo come materia prima per la produzione di combustibili puliti e come vettore energetico, per ridurre le emissioni di CO2 nell’industria, nella mobilità, nella generazione di energia e nel residenziale.

E in Sicilia nascerà, sfruttando la sua posizione strategica nel Mediterraneo e dei collegamenti già esistenti con il Nord Africa, hub dell’idrogeno.

Crotone in questo contesto potrebbe, grazie alle attività ed alla lungimiranza del Comitato H2Kr, di cui fanno parte anche Smart City Instruments dell’UNICAL, OPIFICIUM, e il presidente del Direttivo Sezione Meccanica, Elettrica ed Elettronica di Confindustria Bari – Barletta-Andria-Trani, inserirsi divenendo modello e riferimento per la fascia ionica.

Di Hydrogen Valley, del progetto di costituirla a Crotone e degli obiettivi del comitato H2Kr si è discusso l’11 maggio durante la seduta della V commissione consiliare presieduta da Salvatore Riga.

 “L’ambizione- spiega il promotore del comitato Otello Chimenti –  è quella di realizzare un ecosistema nazionale decentralizzato e distribuito dell’idrogeno: la “hydrogen valley” su scala interregionale, regionale e provinciale e la “hydrogen community”, a livello comunale.

Alla base di tale modello proposto si collocano centinaia di piccoli nodi autosufficienti ed interconnessi in cui la produzione e la distribuzione dell’idrogeno si coniugherà alla ricerca scientifica ed industriale sul campo, ovvero alla sperimentazione di tecniche di produzione e applicazioni specifiche per i diversi territori coinvolti.”

Il progetto consentirebbe, in linea con i dettati Europei e soprattutto sfruttando i canali di finanziamento che l’Europa ha riservato al settore, di attivare un processo virtuoso, all’interno del quale oltre sperimentazione, oltre alla tutela dell’ambiente, si potrebbe fare di Crotone un punto di riferimento come centro di ricerca ed innovazione, attrattore per partners privati disponibili ad investire nella produzione, accantonamento ed utilizzo dell’idrogeno verde ed anche nell’insediamento di attività industriali finalizzate alla produzione di macchinari che dovrebbero usare quale “combustibile” l’idrogeno verde (automobili, mezzi ecosostenibili per la rete ferroviaria,ecc).