“Quella dei lavoratori della Abramo Customer Care è la vertenza più importante della città non solo perché si sta decidendo del destino di oltre 500 famiglie (che non è poco), ma perché nel complesso si sta decidendo del destino di una città e di una provincia, quella di Crotone. La perdita della commessa TIM, che fra poco più di un mese esalerà il suo ultimo respiro, ha gettato nell’incertezza quasi 500 dipendenti provenienti da tutta la provincia di Crotone. Se mai dovesse accadere il peggio, la situazione che si verrebbe a creare avrà un impatto significativo sia sul piano economico che sociale della collettività.
La perdita di oltre 500 redditi avrà fatalmente conseguenze dirette sulla stabilità finanziaria delle famiglie coinvolte: sappiamo che molti di questi lavoratori provengono da famiglie monoreddito, dunque dipendono esclusivamente dal loro stipendio per sostenere sé stessi e le loro famiglie. Nondimeno, se questo non fosse abbastanza per dare l’idea della tragicità di questo scenario, si consideri anche che l’effetto a catena si estenderà alle attività commerciali locali. La riduzione dei redditi comporterà una diminuzione della spesa dei consumatori, influenzando negativamente i negozi, i ristoranti e altri servizi nel territorio di Crotone.
Non è possibile girarsi dall’altra parte di fronte ad una situazione che minaccia la tenuta economica stessa del nostro territorio, eppure sembra quasi che non se ne voglia parlare e ancor meno si parla delle sue drammatiche conseguenze sociali. L’impatto sociale, infatti, è altrettanto rilevante: la perdita di posti di lavoro non riguarda solo gli individui coinvolti, ma anche le loro famiglie e la comunità nel suo insieme. La disoccupazione può portare a disagio emotivo, tensioni familiari e problemi di salute mentale la cui onda d’urto potrebbe avere ripercussioni sulla coesione sociale della collettività. La comunità locale potrebbe sentirsi abbandonata e andare incontro ad ulteriore disgregazione, marginalizzazione e diseguaglianze, portando ad un incancrenirsi di tensioni e divisioni già esistenti.
Ci chiediamo, a tal proposito, se il Sindaco e il Presidente della Provincia abbiano già fatto una stima delle macerie che questo tsunami socio economico lascerà dietro di sé, macerie che loro in primis dovranno raccogliere. Comodo lasciare, pilatescamente, tutto nelle mani delle sigle sindacali coinvolte che non hanno potuto salvare i 700 lavoratori licenziati nel 2019 e i circa 200 lavoratori sacrificati sull’altare dei mancati rinnovi delle commesse Vodafone. É evidente che i diversi tavoli inter istituzionali e i consigli comunali non sono stati abbastanza se fra poco più di un mese calerà il sipario, in un modo o nell’altro e, ad oggi, i lavoratori sono ancora appesi al filo dell’incertezza.
Non c’è nessuna novità nemmeno sul fronte del progetto pilota per il reskilling degli operatori lanciato in pompa magna dal presidente Occhiuto a marzo. Quali fondi dovrebbero finanziare questo progetto? A che punto è l’iter di approvazione dell’emendamento al decreto sul PNRR proposto dalla regione Calabria proprio per sbloccare questa possibile linea di finanziamento? Queste domande i nostri rappresentanti locali le hanno fatte? E se conoscono le risposte, perché i lavoratori invece brancolano nel buio più totale? Per una questione così importante e delicata bisognerebbe garantire un margine di trasparenza nell’interesse del benessere psicologico di oltre 500 famiglie ridotte ad un banale numero per le trattative su chissà quali e quanti tavoli.
Questo ultimo mese non può passare nel silenzio assordante dei nostri rappresentanti locali e dei sindacati e, nel contempo, ognuno di noi può fare la sua parte parlandone e sostenendo i lavoratori Abramo in ogni loro iniziativa. In momenti come questo, dove le istituzioni pare non colgano effettivamente la reale entità di una questione del genere, noi ci sentiamo in dovere di esprimerla concretamente.”
Gruppo Politico Movimentando