“È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria” disse un uomo di immensa cultura come Voltaire.
Dopo un’esperienza come l’Erasmus i docenti dell’istituto Ciliberto-Lucifero possono senz’altro affermare che maturare esperienze di formazione all’estero – anche se per brevi periodi – e venire a contatto con colleghi stranieri, con nuove culture e diversi modi di pensare rappresenta non solo una grande occasione per l’apprendimento della lingua, ma anche un’opportunità di confronto con nuove metodologie di insegnamento e di approcciao alla classe. L’esperienza che si è appena conclusa per sei docenti guidati dal dirigente scolastico Girolamo Arcuri, rientrati da un corso intensivo di lingua inglese organizzato nella cittadina di Sliema a Malta, ricade nel Progetto Erasmus+ KA122 “Innovative Learning and Teaching Staff in Europe” di cui l’Istituto è beneficiario.
Tutto è stato reso possibile da un lungimirante e innovatore dirigente scolastico che da subito ha creduto nelle forti potenzialità del progetto per l’intera scuola e da una tenace referente Erasmus+ come la professoressa Alessandra Messina.
È ormai dimostrato come le esperienze all’estero aiutino a sviluppare competenze quali: auto consapevolezza, empatia, flessibilità, apertura mentale, capacità di persuasione, problem solving. Una volta acquisite bisognerà poi trasmetterle agli studenti, come apprendimento permanente (lifelong learning) e skill sempre più richieste nel mondo del lavoro. Le differenze culturali influenzano i comportamenti determinando inevitabilmente anche un diverso modo di lavorare, uscire dal guscio per ritornare ad essere studenti significa non solo rispolverare quello che si era in passato, ma accorciare le distanze con i nostri discenti. Mettersi nei loro panni non è mai molto semplice e noi docenti del Ciliberto-Lucifero lo abbiamo sperimentato. Alla fine del corso di lingua inglese durato cinque giorni, abbiamo relazionato su Crotone: la nostra storia e la nostra cultura in un contesto multiculturale di giovani provenienti da tante nazioni diverse: dalla Colombia alla Turchia fino a Panama, Cuba e Giappone passando per la Spagna. Ecco che l’anima del docente si è mescolata a quella dello studente, ne è venuta fuori una meravigliosa occasione di interazione con persone di culture diverse, esperienza che sicuramente ha arricchito i docenti, ampliandone conoscenze e orizzonti culturali, e da cui non potrà che scaturirne un miglioramento del profilo professionale della scuola che, con una guida come Arcuri, instancabile promotore di iniziative formative per i suoi docenti e studenti, sta modernizzandosi e internazionalizzando il suo curriculo in un network di istituzioni europee. Pertanto, non resta che concludere con una frase del celebre Alphonse de Lamartine che affermava “Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”.