Di seguito la nota del Partito Democratico Circolo di Crotone
La veglia di questa notte sulla spiaggia di Steccato di Cutro chiude gli eventi commemorativi ad un anno dalla strage, ma non i nostri ricordi che ci riportano, sempre, con la mente e con il cuore, a quanto accaduto proprio nel giorno in cui il Partito Democratico festeggiava un’importante pagina di democrazia, con le primarie. La giornata di festa democratica fu interrotta dalla straziante notizia del naufragio e dei morti che, a mano a mano che il tempo passava, aumentavano sempre di più, riducendo le speranze di trovare ancora sopravvissuti. Il bilancio fu drammatico: 94 morti, di cui 35 bambini, e una decina di dispersi.
Un anno dopo il dolore è ancora vivo, soprattutto negli occhi dei superstiti e dei familiari delle vittime. È a loro che vogliamo prima di tutto dire GRAZIE. Grazie perché non è facile rivivere quei momenti e trovare la forza e il coraggio di chiedere ancora giustizia per i propri cari, trovare la voce per urlare al mondo il proprio dolore. Questa forza disperata e umana ha spinto noi, e tanti altri, ad unirci in questa rivendicazione di giustizia e civiltà, prima ancora che di rispetto di leggi, convenzioni e decreti. Si è levato un grido di aiuto potente e pieno di dignità, che il Partito Democratico ha raccolto dimostrando la propria concreta e solidale vicinanza, anche attraverso la presenza dei suoi massimi dirigenti nazionali e regionali, la sensibilità e la dichiarata volontà di continuare nell’impegno e nella lotta per assicurare ai superstiti e alle famiglie delle vittime ogni necessario supporto per ottenere giustizia, verità e provvedimenti che impediscano nel futuro il ripetersi di simili tragedie.
Un sentito ringraziamento va alla segreteria Elly Schlein che si è unita al corteo sotto una pioggia battente, non prima di essere passata dal luogo della strage per deporre una corona di fiori in memoria delle vittime; a Laura Boldrini che qui a Crotone ha trascorso gli ultimi tre giorni e con la sua straordinaria umanità si è intrattenuta con familiari e superstiti, confermando il suo personale coinvolgimento affinché vengano riconosciuti i diritti e le necessità di chi si è salvato o di chi, per esempio, ha perso tutto, che sia un padre o una sorella che sia il sorriso o la speranza. Grazie all’europarlamentare Pietro Bartolo che da medico di Lampedusa ha già vissuto il dramma delle morti in mare e continua a battersi affinché il Mediterraneo cessi di essere un luogo di morte. Grazie anche a Nicola Irto, Pierfrancesco Majorino, Marta Bonafoni, Nico Stumpo che con la loro presenza hanno testimoniato la vicinanza e l’impegno di tutta la nostra comunità politica, ad ogni livello. Ancora grazie a tutte le compagne Conferenza delle Donne Democratiche della Calabria che con la sensibilità ed il dinamismo che le contraddistingue hanno lanciato l’appello alla partecipazione ai vertici nazionali e regionali ed hanno loro stesse preso parte all’organizzazione ed alla manifestazione.
Una riconoscenza particolare va alla Rete 26 febbraio che da un anno non smette di chiedere giustizia mantenendo sempre accesi i riflettori su una tragedia che qualcuno preferirebbe, invece, celare e offuscare, archiviando il tutto come un semplice incidente o una mancanza di responsabilità da parte di chi rischia la vita affidandosi alle onde del mare pur di nutrire la speranza di un futuro migliore. Grazie a ResQ e a tutte le altre associazioni, davvero troppe per poter essere citate singolarmente, che hanno offerto il loro contributo per permettere a tanti di commemorare le vittime della strage. Grazie al popolo cutrese, che ancora una volta ci ha insegnato che non esistono differenze tra esseri umani e che siamo tutti fratelli sotto uno stesso tetto. Grazie, infine, anche alle forze dell’ordine, che hanno permesso che questi tre giorni si svolgessero nella massima sicurezza.
In ultimo, ma non per ultimi, un grazie sentito e appassionato agli operatori dell’informazione che hanno dato voce al dolore ed alla richiesta di verità e giustizia. Senza di loro la strage di Cutro sarebbe già nel dimenticatoio.
La strada verso la giustizia e la verità è ancora lunga, ma siamo fiduciosi non solo nell’operato della magistratura, ma anche nella volontà delle persone di costruire un mondo fondato sulla pace, l’accoglienza, la ricchezza di una piena umanità. Tutti insieme possiamo far si che simili stragi non accadano più. Una strada lunga e difficile da percorrere, ma è un obiettivo che deve essere da tutti noi tenacemente perseguito.