Un nuovo pericolo incombe su tre Zone speciali di conservazione in provincia di Crotone. Si tratta di Monte Fuscaldo, il Fiume Lese e Murge di Strongoli. Nell’ultimo Calendario venatorio per la stagione 2023-2024, infatti, la Regione Calabria ha inserito le Zsc in questione tra le aree dove si potrà esercitare l’attività venatoria. È l’allarme lanciato dal presidente del Circolo Ibis per l’ambiente Odv di Crotone, Girolamo Parretta.
«Vorrei rammentare – precisa il presidente del Circolo Ibis – che il concetto di aree naturali protette è più ampio di quello comprendente le categorie dei parchi nazionali, riserve naturali statali, parchi naturali interregionali, parchi naturali regionali e riserve naturali regionali, in quanto ricomprende anche le zone umide, le zone di protezione speciale, le zone speciali di conservazione ed altre aree naturali protette. Ed invero, anche le zone Zps e Zsc sono classificate come aree protette, giusta la previsione di cui all’art. 1, deliberazione Ministero dell’ambiente 2 dicembre 1996, adottata, ai sensi dell’art. 3, comma 4, legge n. 394/1991, dall’allora competente Comitato per le aree naturali protette».
«Uno fra i più noti studiosi d’ecologia, Eugene P. Odum – rende noto Parretta –, ritiene che nelle aree metropolitane debba essere garantita una articolazione equilibrata fra le aree a diversa destinazione d’uso affinché lo scambio di relazioni fra i viventi e il suolo possa continuare a persistere,. In altre parole, bisogna assicurare una buona qualità della vita per tutti. Per raggiungere tale obiettivo è necessario che le aree di maggiore naturalità siano raccordate fra loro mediante corridoi ecologici continui, o almeno mediante un insieme di aree di minore dimensione, poste in fila indiana come fossero le pietre di un guado: ciò permette a molti animali (per spostamento) e vegetali (per inseminazione), di passare o saltare da un’area ad un’altra (“stepping stones”)».
«Le tre Zsc in provincia Crotone – puntualizza Parretta –, secondo gli studi scientifici condotti dal Circolo Ibis, risultano essere proprio degli “stepping stones”, cioè zone di elevato interesse naturalistico e con altissimo grado di biodiversità, dove trovano rifugio molte specie a rischio come il lupo, il gatto selvatico, l’istrice, la lontra, nonché il “Capovaccaio” e altra avifauna rarissima. Proprio loro – avverte Parretta – potrebbero finire involontariamente nel mirino dei cacciatori, provocando danni importantissimi alla conservazione delle specie a rischio».
«Chiediamo alle autorità preposte – conclude Parretta –, ossia alla Regione e agli Enti gestori delle Zsc, di intervenire il prima possibile in quanto dallo scorso primo ottobre è inziata la stagione venatoria».