Oltre quattro ore di lavori per il consiglio comunale di Crotone che è ritornato a riunirsi, mercoledì 30 agosto, in seconda convocazione, dopo che il giorno precedente il presidente dell’assise Mario Megna non aveva potuto fare altro che constatare, a seguito dell’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di minoranza, dell’assenza del numero legale.
Se il presidente Megna ha dovuto fare i conti con la constatazione numerica, il primo cittadino di Crotone ha dovuto prendere atto, o avrebbe dovuto farlo, dell’assenza di una maggioranza in grado di garantire regolarità e serenità amministrativa.
Con queste premesse nel pomeriggio di ieri si sono aperti i lavori del consiglio, che è stato praticamente dedicato quasi esclusivamente la punto ad iniziativa del consigliere Pingitore: “Discussione sul Distretto Energetico di Crotone e valutazione ipotesi richiesta di revoca della Delibera costitutiva della Regione Calabria”.
Un argomento che ha dato il via e spazio a disquisizioni di ogni genere, dall’ambiente, alla bonifica, alla trattativa con Eni, alla stagione estiva, alle pale eoliche, a teorie mediche, alle indagini sulla criminalità organizzata, ognuno dei presenti ha potuto nelle lunghe quattro ore avere dai canonici 8 minuti previsti per ciascuno intervento, ai quasi 20 con buona pace del regolamento.
Con “questioni personali”, che sempre più spesso, sono al centro degli interventi, ultimo in ordine di tempo il “chiarimento” tra il sindaco e la consigliera Venneri, con quest’ultima che sul finire del consiglio si è tolta qualche sassolino dalla scarpa, ricordando al primo cittadino gli impegni disattesi, l’incapacità di fare squadra con i “suoi” consiglieri, troppo spesso tenuti fuori dai processi decisionali.
Ma alla fine? In conclusione?
Alla fine quello che resta è la proposta d’iniziativa del consigliere Salvo Riga, condivisa e sottoscritta dai consiglieri Giuseppe Fiorino, Fabio Manica, Antonio Manica, Andrea Devona, Fabrizio Meo, Enrico Pedace, Dalila Venneri, Familiari e Tesoriere e che impegna (vorrebbe impegnare) sindaco e Giunta a:
“Ad istituire un Tavolo Interistituzionale con tutte le rappresentanze istituzionali, il mondo
delle imprese e dei sindacati, le scuole e le università e i centri di ricerca, gli ordini
professionali , la camera di commercio e gli istituti bancari, al fine definire una strategia
condivisa di rilancio e sviluppo del territorio fondati sulla sostenibilità ambientale ,
attraverso la regola delle tre E , Environment (ambiente) / Economics ( economia) / Equity
(equità sociale), che “garantisce il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente
senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
I partecipanti al Tavolo dovranno sottoscrivere un “Patto per il Lavoro e l’Ambiente”, al fine
di costituire all’interno di una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata che nella
legislazione italiana è un ‘area industriale o produttiva dotata delle infrastrutture e dei
sistemi necessari a garantire la tutela della salute , della sicurezza e dell’ambiente , un
Distretto Produttivo funzionale alla Transizione Ecologica e Digitale in atto.”
Eppure, dopo oltre quattro ore, qualcuno, invece di prendere come “manna dal cielo” questa proposta, l’unica in grado di dare un senso a quelle quattro ore ed alle disquisizioni, esercizio oratorio (neanche troppo riuscito) per molti dei protagonisti ( “il silenzio è d’oro” dovrebbe essere un mantra per qualcuno), addirittura c’è stato chi ha proposto di rimandarne la discussione magari in un altro altro consiglio comunale!
In conclusione sulla proposta si è espresso il consiglio, approvando la stessa che è così divenuta formalmente una delibera del consiglio comunale.