Questa sera, non senza commozione, quel sentimento che unitamente al dolore, è nei nostri cuori da domenica 26 febbraio, ho letto queste parole, ho raccolto queste testimonianze, ho voluto condividerle, per aiutare la comprensione, per consentire di far arrivare le emozioni di chi non da oggi, non solo oggi si adopera per gli altri, per salvare, preservare dignità ed umanità!
“Un vento che sembrava urlare e un mare che si infrangeva a riva in onde rotonde e piene. Davanti a noi un’interminabile distesa di sabbia che mostrava ai nostri occhi increduli i resti di vite che sono passate da lì. L’energia della spiaggia di Steccato era forte, la vedevi in quel che resta di un approdo violento. Siamo arrivate in pellegrinaggio nel luogo che ha visto la disperazione e la morte, che ancora oggi è sede di speranza per chi non vuole accettare la terribile verità. Abbiamo portato noi stesse e le nostre storie. Siamo operatrici e operatori SAI, siamo quel team di uomini e donne che sono chiamati ad operare con chi scende da quelle barche e chiede non-refoulement. In virtù del diritto internazionale e della convezione di Ginevra operiamo affinché si dia seguito ad una vita sicura per chi scappa per diverse ragioni dai paesi di origine. Siamo chiamati ad assolvere ad un compito tanto semplice quanto incredibilmente difficile, aiutare chi ha un permesso di soggiorno a vivere e integrarsi in questo nostro democratico paese. Da domenica 26 Febbraio viviamo atmosfere rarefatte, stiamo operando nel silenzio doveroso al nostro ruolo ma restiamo sgomente per alcune infelici dichiarazioni di chi crede a torto di avere soluzioni e verità. Lungo quella spiaggia sono morti sogni e quel vento ha portato dolore e spavento. A noi oggi il compito difficile di esserci per chi è stato vittima di una tragedia che ha cambiato per sempre la propria vita, a guidare chi vivrà in un labirinto emotivo. A tutti coloro che oggi sono pronti a piangere chiediamo domani di essere terreno fertile per costruire giardini e pietre per edificare futuri. Dalle macerie di quello che non possiamo cambiare siamo pronti a ripartire per un domani possibile.”