Da oltre 24 ore è un susseguirsi di ipotesi, congetture, tipiche di chi guarda fare gli altri: i critici più accaniti sono sempre quelli comodamente seduti in poltrona..
L’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, accanto al naturale e aggiungo dovuto compiacimento ed apprezzamento della gran parte delle persone, ha suscitato la frenetica e spasmodica corsa al cinematografico complotto, alla più agevole ricostruzione che vuole vedere il bicchiere mezzo vuoto e tutti noi ancora una volta sconfitti.
Ebbene, questa lettura, questa cronaca, questo modo di non essere riconoscenti, sì riconoscenti, non piace!
Che ci siano zone grigie, è assodato, che si sia speso compiacenti rispetto ad un sistema che non deve necessariamente passare attraverso il tritolo o i proiettili, ma più semplicemente attraverso una “tolleranza” se non addirittura una connivenza con un modo di agire fatto di pressioni, di ammiccamenti, di compiacimento per interessi e bisogni soddisfatti con più facilità, il che comporta inevitabilmente una “riconoscenza” che prima o poi si paga…
E allora giova ricordare che la lotta ed il contrasto alla mafia, alla’ndrangheta, al malaffare, non è fatto estemporaneo, non è episodio, non sono i riflettori puntati sulla clinica a Palermo: sono le azioni quotidiane, il lavoro costante, la famosa “Gutta cava lapidem ” (goccia perfora la pietra) “!
Piccolo resoconto, dati forniti dal Viminale, ecco quello fatto nel 2022: da gennaio a fine novembre di sono stati arrestati 1.369 latitanti in 64 Paesi, 26 in più del 2021. Sono alcuni dei dati resi noti dal Viminale. Dei latitanti arrestati, 654 erano ‘attivi’, vale a dire ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi: in ambito europeo, il 22% è stato arrestato in Romania, il 18% in Spagna, il 14% in Germania, il 12% in Francia mentre a livello extraeuropeo per numero di arresti (36) spicca l’Albania. I latitanti ‘passivi’, ricercati dalle autorità giudiziarie estere e catturati dalle forze di polizia italiane, sono stati 715, ricercati da 64 Paesi: a livello europeo per lo più da Romania (30%), Germania (20%) e Francia (8%). Dei 1.369 latitanti, 72 sono stati arrestati attraverso la rete Enfast (European national fugitive active search team), il network che collega i team incaricati della ricerca e della cattura a livello internazionale dei ricercati (+10% rispetto al 2021 quando erano stati 65).
Il progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘ndrangheta), promosso dall’Italia insieme ad Interpol e avviato nel 2020, ha fatto registrare importanti risultati operativi: 37 i latitanti catturati complessivamente, di cui 11 nel 2022 in sei Paesi diversi con figure criminali di estrema pericolosità come Vittorio Raso, Mario Palamara (il cosiddetto broker delle ‘ndrine) e Luciano Camporesi. Risultati resi possibili dalla cooperazione internazionale di polizia e dalla rete promossa da I-Can con 13 Paesi aderenti oltre all’Italia (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay).
A questo si devono aggiungere i sequestri mobiliari ed immobiliari!
E allora ci stupiamo per gli abbracci e lacrime degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine?
Se solo ciascuno di noi, ogni giorno, mettesse in atto piccole azioni di contrasto, che comportano anche sacrificio, al malaffare, se dicessimo NO alla facilità di ottenere qualcosa, spesso non dovuta e meritata, forse ai Ros, alla Polizia, ai noi tutti non servirebbero 30 anni per ricordarci che prima o poi si deve rendere conto, in questa vita e poi..per chi crede, nell’altra!!!