Di seguito la lettera del marito di una donna crotonese inoltrata all’attenzione della redazione e dei lettori, storia di “ordinaria burocrazia malata e miope”, racconto delle difficoltà che chi già soffre per una grave malattia è costretto a dover affrontare. L’auspicio è che questa denuncia possa restituire a questa famiglia un pò di tranquillità e le cure appropriate senza dover patire anche la lontananza dagli affetti familiari.
“Due mesi fa mia moglie si è ammalata di una rara e grave malattia del sangue. A seguito di episodio acuto di tale patologia, è stata trasportata in elisoccorso e ricoverata presso il reparto di ematologia dell’ospedale Ciaccio di Catanzaro dove, grazie alle cure, è riuscita a riprendersi e a tornare a casa dopo un mese. A domicilio è stato necessario continuare per una settimana una terapia con iniezioni quotidiane di un farmaco che deve essere fornito dalla farmacia territoriale dell’ASP di Crotone. E qui cominciano i problemi. Nonostante la richiesta e diversi colloqui intercorsi tra il personale della farmacia territoriale e gli ematologi del Ciaccio, non riuscivamo ad avere il farmaco che, per chi è affetto da tale malattia, rappresenta un salvavita. A questo punto, per consentire le dimissioni della paziente e il prosieguo della terapia a domicilio, ci venivano consegnate sette fiale direttamente dall’ospedale di Catanzaro. Tra le caratteristiche della patologia, c’è anche quella di essere altamente recidivante. Tale evento si è, purtroppo, verificato e ha costretto mia moglie a un secondo ricovero tutt’ora in corso. Ora, grazie al Cielo, le cose sembrano andare per il meglio, ma alle dimissioni mia moglie avrà bisogno di continuare a lungo la terapia e, ad oggi, ancora non riusciamo ad avere notizie circa il reperimento delle fiale. È possibile che, nel nostro territorio, deve essere tutto così difficile? Anche reperire un farmaco essenziale per la vita del paziente? Oltre a non far parte dell’Italia, Crotone non fa parte neanche della Calabria? Grazie per l’attenzione e speriamo di non dover portare tale incresciosa situazione all’attenzione delle autorità competenti.”