Il conforto dei numeri? No questa mattina nel piazzale antistante la Prefettura di Crotone a confortare è stata l’umanità variegata, uomini, donne, figli, genitori, titolari di esercizi commerciali, e poi anche rappresentanti istituzionali, numerose erano le fasce tricolori presenti, un atto dovuto dirà qualcuno…e invece no!
Alle nostre latitudini la coesione, seppure da “passerella”, non è mai cosa scontata, e questa mattina c’è stata.
Troppa l’aspettativa morale, cresciuta in questi giorni ed alimentata dalle innumerevoli adesioni da parte di piccoli e grandi attività produttive della città, troppo il debito morale e non solo accumulato in questi anni da parte della classe politico-istituzionale per non rispondere questa volta alla chiamata, per farsi puntare ancora una volta il dito contro, per essere destinatari delle invettive a mezzo social.
E così come detto, se i numeri sono sempre questione relativa, la compartecipazione no.
Chiaro, palpabile è stato il sentimento di sincera e sentita vicinanza dei presenti e anche delle tante persone che, chi per un’ora chi per mezza giornata, ha simbolicamente abbassato la saracinesca della propria attività commerciale, chi ha tramutato in un gesto, “la chiusura”, la “fine”, quello che è lo spettro contro il quale da mesi lottano i dipendenti dell’Abramo.
La riunione in Prefettura, alla quale hanno partecipato il Presidente della Provincia Sergio Ferrari, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, l’on. Barbuto e i segretari di CGIL, CISL e UIL, è servita a cristallizzare una situazione ed uno stato dell’arte che in realtà era già chiaro, ma che attraverso il coinvolgimento di sua eccellenza il Prefetto ha assunto valore di presa di coscienza del Governo centrale.
Si dovrà attendere il deposito della relazione dei commissari giudiziali, termine fissato al 26 febbraio, termine che gli stessi hanno dichiarato rispetteranno. Dopo quella data, con molta probabilità lunedì 28 febbraio i dipendenti riceveranno una comunicazione da parte dei commissari con l’indicazione della data in cui saranno pagate le spettanze del mese di febbraio.
Dopo il 26 febbraio si aprirà una nuova fase, quella più delicata, quella che oltre alla garanzia degli stipendi dovrà essere finalizzata alla continuità lavorativa.