Le commissioni consiliari sono da qualche anno, e più precisamente dall’epoca Vallone e dallo scandolo “Gettonopoli”, oggetto di interesse dei cittadini ma più per i “gettoni” e le beghe che non per gli argomenti trattati, anche perché questi, gli argomenti, raramente, ma molto raramente, dalle
commissioni arrivano in Consiglio comunale e si trasformano in “atti”.
Ecco perché il lavoro che i consiglieri comunali svolgono nelle diverse commissioni consiliari rimane per lo più oscuro, anche a chi, come sindaco e assessori, dovrebbero succhiare linfa vitale dalle fatiche dei propri consiglieri.
Ma purtroppo così non è.
E allora, perché le Commissioni consiliari sono diventate, soprattutto in questa legislatura, sotto il sindaco Voce, così importanti?
Chiariamo subito che il ruolo di presidente di Commissioni con comporta guadagni, vantaggi, ricchi premi e cotillon. Niente di tutto questo.
Essere presidente di commissione regala un po’ di prestigio e una dose di sana vanità nel poter firmare i comunicati stampa con la scritta “Presidente di Commissione”.
Niente di più.
Eppure… la carica di presidente di commissione sembra essere la più ambita, e tra queste il vero oscuro oggetto del desiderio è la presidenza della III Commissione, quella delle politiche sociali.
Già un anno fa, alla nascita di questa nuova esperienza amministrativa, all’insediamento di questa commissione si è consumato la prima vera fattura nella maggioranza Voce.

Alessandro Manica e Antonella Passalacqua si giocarono voto per voto la presidenza della commissione arrivando alla pari, anche a causa dell’astensione di Danilo Arcuri e Antonio Megna che preferirono non intromettersi nelle beghe di maggioranza, invece di dare manforte ad una delle due fazioni.

Allora vinse Manica che dopo un anno ha rassegnato le proprie dimissioni, che in questo periodo vanno un po’ di moda all’interno del palazzo comunale.
Nei prossimi giorni si dovrà scegliere il successore di Manica e la bagarre nei corridoi del palazzo comunale è già iniziata.
A convocare la commissione per il fatidico voto dovrebbe toccare a Marisa Cavallo, l’ex Leghista, è la vicepresidente della Commissione ed in questo momento ha il pallino in mano, un pallino che scotta.
Nuovo presidente, nuovo voto e nuove ambizioni e nuovi problemi per la maggioranza del sindaco Voce, come se quelli che ha non fossero già abbastanza.
In corsa per la presidenza della commissione, ad oggi, ci sono Dalila Venneri, passata oramai da anarchica e indipendente a donna di fiducia del sindaco che la coinvolge su tutte le decisioni, anche
sulla scelta degli assessori, e l’immancabile Antonella Passalacqua che non ha ancora digerito la sconfitta di un anno fa.

Le due consigliere, entrambe di maggioranza, aprono un nuovo fronte tra le fila, sempre più assottigliate, del sindaco Voce, ognuna convinta di avere i numeri per prevalere sull’altra.

Chiaramente la scontro Venneri/Passalacqua rischia di minare, ancora di più, i già fragili equilibri di maggioranza, e proprio alle porte delle elezioni provinciali, nelle quali il sindaco Voce si gioca la faccia e l’onore, e forse, anche qualcosa in più.
Ed in mezzo a questa ulteriori crisi nevrotica della maggioranza, qualcuno racconta di un interessamento di Fabiola Marrelli, consigliera del gruppo Consenso, che però smentisce e sottolinea che si tratta di una bega tutta interna alla maggioranza, e di non essere mai stata interessata alla presidenza della commissione.


In mezzo a tutto questo caos, si trova, suo malgrado, la consigliera Cavallo, vicepresidente della commissione e schierata nelle file dell’opposizione, che viene quotidianamente tirata da una parte, la Venneri, che le chiede di accelerare il voto perché lei è già pronta.
E tira da una parte e tira dall’altro, la Cavallo si è rotta le scatole e ha, nei giorni scorsi, consegnato nelle mani del presidente del Consiglio, le sue dimissioni, e la rogna della commissione, coinvolgendo, in tal modo, Greco in una polemica, l’ennesima, di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Potremmo dire che la “mossa della Cavallo” ha messo sotto scacco le ambiziose protagoniste di questa vicenda.


E chiaramente di tutto questo ai crotonesi frega poco e nulla, ma per i consiglieri, o almeno per qualche consigliere, sembra un vero e proprio affare di stato.