Salvatore Silipo, 29 anni, è stato freddato a colpi di pistola nella ditta di pneumatici ‘Dante Gomme’ dove lavorava fino a circa un mese fa. Arrestato il titolare, Dante Sestito, 70 anni, ed è stato condotto nel carcere di Reggio Emilia con l’accusa di omicidio, ricettazione e porto illegale di armi e munizioni. L’uomo di Cutro (Crotone) e residente a Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia), gestore dell’autofficina di ricambi pneumatici di via Verga.
Il cugino ed il fratello di Salvatore Silipo sono riusciti a scappare, arrampicandosi sopra la rete di recinzione che delimita l’ampio parcheggio dell’esercizio commerciale e fermare una pattuglia dei carabinieri arrivata a sirene spiegate allertata da alcuni residenti delle case adiacenti al negozio che avevano sentito esplodere gli spari. Dante Sestito ed il figlio sono stati immediatamente fermati e portati in caserma a Guastalla e successivamente a Reggio.
Dove sono stati interrogati per tutta la notte. Assieme a loro, è stato portato in caserma anche il fratello della vittima, Francesco, in quanto testimone oculare della vicenda per approfondire anche la sua versione. In via Verga, sono rimasti gli specialisti del Ris di Parma, e della scientifica. A loro il compito di trovare ulteriori riscontri per arrivare alla piena soluzione dell’ennesimo omicidio che insanguina la provincia di Reggio.
Salvatore risiedeva da anni a Santa Vittoria, la famiglia è originaria di Cutro in Calabria.
A quanto ricostruito Silipo aveva lavorato nell’azienda fino a circa un mese fa, come operaio.
Poi il rapporto di lavoro si era interrotto, per motivi che sono al vaglio degli investigatori, i carabinieri della Compagnia di Guastalla e del nucleo investigativo di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura.
Nel primo pomeriggio, però, Silipo era tornato alla ditta per un incontro, forse un chiarimento, a cui hanno partecipato anche parenti di entrambi. Un’ipotesi è che il clima sia sia surriscaldato e Sestito abbia quindi estratto la pistola e fatto fuoco. È da chiarire se si sia successo con modalità che fanno pensare a un’esecuzione.
A quel punto qualcuno è scappato, qualcun altro intanto ha attirato l’attenzione di due carabinieri che con una pattuglia stavano passando nei dintorni.
I due giovani militari sono allora entrati nell’azienda, armi in pugno, e Sestito si è arreso. I carabinieri gli hanno sfilato l’arma dal giubbotto e lo hanno preso in consegna. Chi indaga sta lavorando a ricostruire con esattezza la dinamica, il movente, il contesto: si tratta di persone di origini calabresi, lambite da alcune indagini. L’azienda era rimasta coinvolta in una maxi-inchiesta, chiamata ‘Billions’, su un’associazione a delinquere che faceva profitti grazie alle fatture false, con con un’udienza fissata nei prossimi giorni anche per il figlio, Antonio Sestito, imputato insieme ad altre 190 persone.
Qualche anno fa la Dante Gomme aveva subito un attacco a colpi d’arma da fuoco. Anche l’assassinato aveva avuto problemi con la giustizia: a metà del 2020 era stata arrestato insieme ad un’altra persona per un’attività di spaccio di cocaina, con la base in un garage nel paese di Gualtieri. Era stata sequestrata cocaina e il materiale per confezionarla.