Di seguito la nota del gruppo “Stanchi dei Soliti” che interviene sulla vicenda Crotone Sviluppo dopo la conferenza stampa dei consiglieri di opposizione e dell’ex amministratore della società in house.

“La conferenza stampa resa dall’ex Amministratore Unico di Crotone Sviluppo ha dell’inverosimile, improntata su ipotetiche ragioni o peggio giustificazioni che cercano di caldeggiare una scelta politico – amministrativa senza capo né coda e priva e di un piano industriale sostenibile che giustificasse un affidamento secondo la modalità “in house providing”. La conferenza stampa è durata più di un’ora, ma non sono state fornite delle risposte a importanti domande:

1) l’ex Amministratore di Crotone Sviluppo dovrebbe spiegare quale sia stata la sua azione amministrativa volta a garantire alla partecipata i flussi di ricavi attesi che avrebbero dovuto sostanziare la strategicità e l’economicità paventata nella relazione di accompagnamento alla Delibera di Consiglio Comunale 186 del 30.12.2016.
2) Oltre a disconoscere il Parere del Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Ministero degli Interni del 29 novembre 2019, la precedente gestione di Crotone Sviluppo era a conoscenza dei limiti imposti dall’art. 20 del D.Lgs 175/2016, così come modificato dal citato D. lgs n. 100/2017 che impone un fatturato medio annuo non inferiore ad Euro 1.000.000,00 a partire dal triennio 2020 – 2022?
3) Sul presupposto giuridico di quali atti amministrativi nel corso dell’esercizio 2019, si giustifica la copertura di oltre 500.000,00 di costi accesi con finanze pubbliche? A tal proposito, con quale atto amministrativo si evidenziano attività nei confronti del socio Comune di Crotone?
4) Se la trasformazione in azienda speciale era la soluzione di tutti i mali, per quale ragione la Delibera di Giunta 338 del 28.11.2018 non ha avuto alcun seguito? Ha sollecitato l’allora amministrazione ad una celere attivazione di ogni opportuna azione che portasse alla trasformazione eterogenea in azienda speciale?
5) L’ex amministratore ha letto bene l’art. 194 del Tuel? Era al corrente che Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Calabria – Catanzaro – “aveva disposto ai sensi dell’art. 148 bis comma 3 ultimo inciso del TUEL “l’immediata operatività della preclusione dei programmi di spesa non obbligatori”?
Sono tante le domande alle quali dovrebbe rispondere e per le quali dovrebbe realmente dire “la verità e solo la verità” come ha annunciato ieri durante la conferenza. Ma la verità è una sola: la tipologia di servizi che ambiziosamente sono stati oggetto dell’affidamento alla partecipata Crotone Sviluppo mal si è conciliata con i tempi di realizzazione, rendicontazione e riscossione dei contributi sui programmi di investimento complessi. Ciò si è sostanziato in una incontrovertibile situazione di farraginosità nei rapporti tra l’Ente e la società che in poco tempo ha inciso sugli equilibri economico e finanziari di quest’ultima in termini di commesse. La progettazione di programmi di spesa ed investimento complessi è solo una fase del lungo e complesso iter che porta alla sua realizzazione. Ciò è stata una circostanza assodata e concretizzata nei tre anni della precedente amministrazione durante la quale l’Ente non è stato (e non lo è attualmente) nelle possibilità di garantire le risorse finanziarie necessarie a sostenere i costi della partecipata nelle more delle lungaggini burocratiche e delle procedure che sostanziano l’esecuzione degli investimenti, la rendicontazione e infine il recupero delle somme anticipate.
E quindi appare del tutto ovvio ragionare in termini di priorità, ovvero se concentrare le risorse finanziarie per ricostruire una macchina amministrativa decimata dai pensionamenti e dotare l’ente di un potenziale assunzionale di quasi duecento unità nell’ambito della quale è previsto un ufficio interamente dedicato alla programmazione comunitaria, oppure ricapitalizzare la partecipata “in house” oggi costretta alla liquidazione a causa di una scellerata scelta amministrativa dell’amministrazione precedente.
Caro ex Amministratore Unico, se fosse stato così sicuro delle sue ragioni, della certezza, della liquidità e dell’esigibilità dei crediti della partecipata, bene avrebbe fatto ad avviare immediatamente una azione di riscossione coattiva nei confronti del socio miope anziché dimettersi. Ma forse il socio miope in realtà ci aveva visto lungo. L’amministrazione Voce è vessata dalle inefficienze causate dalla compagine politica che Lei ha rappresentato nel suo mandato, ma non ci si venga a dire o peggio a tentare di spiegare con ragionamenti sofisti che la partecipata Crotone Sviluppo sarà liquidata per inadempienze dell’attuale amministrazione. Allora fa bene a chiedere scusa alle dipendenti della società: è un atto di grande responsabilità, ma non deve scusarsi per il fatto di non essere riuscito a difendere le professionalità indiscutibili della partecipata, ma di essere stato il braccio di una scellerata scelta politica che ha determinato la fine di Crotone Sviluppo. E allora “chi è braccio della causa del suo mal pianga sé stesso”, ma ci risparmi sterili disquisizioni di diritto dei poveri che purtroppo hanno solo portato un aggravio di costi per le casse comunali e la perdita di cinque posti di lavoro.”