Di seguito la nota dell’on. Flora Sculco.
È per davvero sorprendente ciò che si è verificato, qualche giorno fa, tra il comune di Crotone, il suo sindaco, e Eni Rewind, la società dell’Eni che si occupa di bonifica.
È sorprendente, soprattutto, l’atteggiamento di colui che, in tutti questi anni, pur di raggiungere la conquista del comune di Crotone, da piazza Marinai d’Italia ha eruttato ferro e fuoco, strumentalizzando la questione Bonifica solo allo scopo di ottenere il consenso dei cittadini.
Vorrei ricordare che dopo oltre vent’anni, durante la tanto vituperata amministrazione Pugliese, è stato finalmente esaminato, approfondito, valutato e, infine, sottoscritto, presso il ministero dell’Ambiente, un accordo storico che ha dato, finalmente, il via alle attività di bonifica nel sito di Crotone.
Vorrei ancora ricordare che a sottoscrivere l’accordo non è stato un ministro dell’Ambiente qualsiasi, ma il generale Costa, eroe della terra dei fuochi in Campania.
Il ministro Costa ha varato, unitamente alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, Confindustria, la Regione Calabria, la Provincia, lo stesso Comune di Crotone, oltre a tutti gli enti e le strutture preposte al controllo, monitoraggio e tutela dell’ambiente, tra le quali l’Ispra, l’Arpacal, l’Asp, l’Istituto Superiore della Sanità, il piano di bonifica per risolvere l’annoso problema che da tanti anni costituiva una delle principali preoccupazioni dei crotonesi.
L’accordo sottoscritto è figlio della volontà di tutti questi protagonisti che hanno agito per sostenere le ragioni della città di Crotone.
Tutto questo è avvenuto dopo un fitto confronto con la città e nella città e tra l’amministrazione comunale di allora, i sindacati e le associazioni di categorie.
L’incontro di mercoledì scorso, invece, si è svolto in assoluta solitudine.
Ritengo un madornale errore indebolire in questo modo la città, privandola di tutti gli apporti autorevoli, importanti significativi e incidenti, delle altre istituzioni, nazionali e regionali, e delle parti tecniche scientifiche che hanno costruito l’accordo medesimo.
D’altra parte, il coinvolgimento delle variegate espressioni organizzative rappresentati dei diversi interessi della città (sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali etc) avrebbe potuto non solo soddisfare una ovvia, necessaria ed indispensabile partecipazione, ma, in tal modo, contribuito a rinforzare la città chiamata ad affrontare una tematica decisiva con il colosso Eni.
Stranamente tutto questo non è avvenuto, a differenza di come è successo in tutte le precedenti occasioni.
Ma la cosa ancora più grave è costituita dalla disponibilità piena, completa e del tutto arrendevole del sindaco di accettare, condividere e sposare, senza battere ciglio, che i veleni, ovvero i rifiuti, nocivi e pericolosi, seppelliti sotto la famigerata “passeggiata degli innamorati” non siano più portati fuori e lontani da Crotone e dalla Calabria, così com’è scritto a chiare lettere nell’accordo firmato a Roma presso il ministero dell’Ambiente.
Il sindaco accetta che i rifiuti nocivi e pericolosi vengano tombati, ovvero seppelliti all’interno delle ex fabbriche.
Una tesi questa diametralmente opposta a quanto ha sempre dichiarato a piazza Marina d’Italia, una tesi che ha come unico vantaggio quello di consentire ad Eni un cospicuo risparmio di decine, decine e decine di milioni di euro.
Tutto questo viene “contrabbandato” con una richiesta formulata alla stessa società dell’Eni di modificare il Pob2 nella parte degli stabilimenti dove è prevista la messa in sicurezza e non invece una bonifica.
Che sia chiaro. Noi siamo totalmente d’accordo che il Pob 2 possa essere migliorato, e che per farlo vengano utilizzate tutte le innovazioni tecniche e scientifiche disponibili, in modo tare di guarire questa ferita inferta al nostro territorio.
D’altra parte, nell’accordo sottoscritto a Roma, non a caso è stato inserito il criterio di dinamicità nella realizzazione della bonifica, per consentire di introdurre i necessari ed eventuali correttivi, anche in corso d’opera. Criterio questo concordato e sottoscritto e anche inserito nel decreto ministeriale, a firma del generale Costa, che dà l’avvio all’attività di bonifica.
Sorprendentemente il sindaco interpreta al rovescio questo criterio, capovolgendo l’ordine gerarchico e logico delle cose, e utilizzando la dinamicità non per migliorare la bonifica ma per peggiorarla, a vantaggio dell’Eni e a danno della città e dei crotonesi.
Bisogna rimettere con urgenza le cose a posto ed in ordine.
A questi fini serve non chiudersi ma aprirsi, senza isolarsi, e suscitando e richiedendo una partecipazione corale e responsabile di tutti i soggetti istituzionali e sociali che devono tornare ad essere protagonisti, insieme al Comune, non per creare confusione, sia chiaro, ma per dare più forza, autorevolezze e trasparenza alle legittime ragioni che da tempo sta portando avanti l’intera comunità cittadina.