“Il Covid-19 rappresenta uno shock non solo a livello economico ma anche a livello sociale. In qualche modo, in nemmen che non si dica, ci siamo trovati costretti a modificare quello che è sempre stato il nostro stile di vita, abituati ad un’estrema dinamicità e frenesia. Per molti mesi, ci siamo trovati a vivere isolati nel mondo, soprattutto nel primo lockdown che risale a quasi un anno fa, era marzo 2020” È così che esordisce il Presidente Nazionale FenImprese Luca Mancuso e prosegue: “Pensando a quella che era la quotidianità soprattutto dei ragazzi, adolescenti – ricordiamoci che sono il nostro futuro – mi viene ancor di più pensare alla netta differenza con quella che attualmente è diventata la nostra routine. Siamo comunque sempre noi, ma il nostro stile di vita è stato completamente stravolto”. Il Presidente Nazionale FenImprese ha avuto l’onore e il piacere di confrontarsi con una grande e stimatissima professionista, Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa investigativa. “Sono state tante le domande che vorremmo porle e che abbiamo ricevuto per lei”. Il Presidente Nazionale Mancuso inizia così la sua intervista, chiedendole delucidazioni in merito alla reazione psicologica dell’essere umano, dopo mesi di isolamento, soprattutto riferendosi al primo lockdown. “Possiamo dire che effettivamente i danni collaterali sono misurabili proprio in questi mesi. Questa è un’epoca che ci ha posti davanti ad una sfida importante, che al di là di sconfiggere il virus, è quella di trovare un modo diverso di confrontarci, di vivere e di lavorare”. La Dott.ssa Bruzzone prosegue: “E’ circa un anno sotto pandemia, dato che la prima chiusura l’abbiamo patita tutti a marzo 2020. Il bilancio è estremamente negativo, in quanto la maggior parte degli ordini regionali degli psicologi stanno lavorando in maniera molto intensa per misurare quelli che sono gli effetti negativi della pandemia a livello psicologico. Vi è un incremento di disturbi legati all’ansia, incremento di disagi di matrice depressiva, purtroppo anche un incremento di idee autodistruttive e quindi di matrice suicidaria”. Aggiunge: “Queste conseguenze sono presenti in persone che pre covid non manifestavano assolutamente nessuno di questi sintomi, che sono quelli più diffusi; ovviamente poi si va a ragionare su persone che magari anche prima pativano una situazione di disagio psicologico intenso e che adesso è peggiorata sensibilmente durante questa pandemia, soprattutto a causa della ridotta socializzazione”. A tal proposito, il Presidente Nazionale Luca Mancuso ha fatto riferimento anche a quella che è la situazione psicologica per gli adolescenti, costretti anche e forse più di tutti, ad un repentino cambiamento. Tale perplessità è stata riferita anche a quella che è la psiche degli imprenditori in questo periodo storico molto difficile. Roberta Bruzzone, psicologa e criminologa chiarisce: “I disturbi più rilevanti riscontrati nei ragazzi sono l’ansia, l’angoscia e ciò va ad influire sulla socializzazione e sulla condotta. Ovviamente se seguiti al più presto da un professionista, la situazione può risolversi al meglio, altrimenti c’è il rischio che diventi irreversibile”. Prosegue aggiungendo: “La paura è un’ottima consigliera se rimane nel perimetro che chiaramente ci dà la possibilità di ragionare su quello che facciamo e di scegliere in maniera più consapevole se mettere in capo o meno certe condotte. In questo caso parliamo di una paura che addirittura ha un potere adattativo ed evolutivo, quella che ha consentito alla nostra specie di arrivare sino ad oggi; poi c’è una paura deflagrante, quella in essere oggi purtroppo, che si trasforma in angoscia, terrore, in impotenza ed è quella più pericolosa, perché è quella che ti rende inerme, che ti blocca dal punto di vista delle energie che si ha a disposizione, che non permette più di mostrarci una via d’uscita, soluzioni, o di sperare che la cosa possa migliorare. Per quanto riguarda gli imprenditori oggi entra in campo molto la personalità, ed è evidente che in questo caso le personalità più forti, più strutturate con risorse maggiori, continuano comunque a progettare il proprio futuro e riescono a vedere una soluzione”. Altre importanti perplessità, poste dal Presidente Nazionale, sono state inerenti alle modalità di lavoro, di formazione a distanza, accennando anche quali potrebbero essere le previsioni post-pandemia. La psicologa forense risponde: “Prima della pandemia, ero un po’ scettica rispetto a quello che poteva essere ad esempio lo smart working o la formazione a distanza, era davvero un tabù per me. Devo dire che mi sono assolutamente ricreduta, rivalutando il tutto. Spero che lo smart working sia una nuova modalità da poter mantenere, in seguito magari alternandolo con alcuni giorni in presenza. La formazione a distanza, per me, ha ottenuto risultati inaspettati, una sorpresa positiva, in quanto molto efficace e più smart a livello tempistico ed economico per i partecipanti; magari si potrebbe pensare di dedicarsi ad incontri di persona, solo nel caso in cui la presenza in aula diventa un elemento indispensabile e che arricchisce la formazione stessa”. La Dott.ssa Bruzzone conclude così: “Per il post pandemia, ci attende, a breve, una situazione davvero complessa da affrontare, in quanto a breve ci sarà anche lo sblocco dei licenziamenti e questo sarà un ulteriore ostacolo da affrontare. Ciò che ci attende, non è nulla di così facile da intraprendere. Abbiamo la necessità che l’Italia sappia che tutti abbiamo il bisogno di lavorare e di poter vivere una vita dignitosa, parametro che non può essere messo in discussione se un Paese vuole chiamarsi civile”.