L’app immuni è stata un flop, soprattutto nelle regioni del Sud.
Chi ha preferito non utilizzarla ha accusato l’applicazione voluta dal Governo e dal commissario Arcuri, di voler controllare, tracciare, insomma violare la sfera personale.
Si preferisce invece utilizzare i social, in particolare Facebook per dare avvio ad una catena di ricostruzione dei contatti, ad un tracciamento “virale” che sfocia nell’isteria collettiva che porta a riempire le bacheche di “ammissioni di contagio” o di scampato pericolo ed intasa i laboratori privati per test più utili ai fini social che a quelli sanitari.
Oggi, dopo il caso contagio sindaco e giunta di Crotone, dopo la parrocchia a Papanice, arriva il post del parroco della Chiesa S. Paolo.
Attendiamo ora la sfilza di esiti e ammissioni social da parte dei parrocchiani di don Simone, così come proseguono, ancora a distanza di giorni, quelle sulla pagina Facebook di Papanice.
Siamo un popolo strano, che preferisce l’isteria social al controllo epidemiologico, ai comportamenti corretti(mascherina, distanziamento, ecc), che è vittima e carnefice, un popolo social – mente compromesso.