Il 30% delle imprese ed attività locali rischia di chiudere con il secondo lockdown. Risorse esigue “la carità” non serve! I rimborsi previsti per i ristoratori sono pietosi.”

Quante imprese locali sono ad oggi associate a FenImprese?

Nella provincia di Crotone Presieduta da Franco Facino, ad oggi oltre 600 aziende hanno sottoscritto la nostra scheda per diventare associati FenImprese. Ringraziamo le sedi di Ciro’ Marina, Isola Capo Rizzuto, Cotronei e Cutro, rispettivamente capitanate da Vincenzo Meringolo, Massimo La Face, Raffaele Loria e Maurizio Iembo per l’eccellente lavoro svolto.

Alle spalle abbiamo i lunghi mesi del primo lockdown, in quella prima fase quale è stata la tenuta occupazione?Quante le imprese vostre associate hanno chiuso e quante sono state costrette a ridimensionare l’organico?
In piena emergenza coronavirus, tra marzo e aprile, oltre 4 imprese su 10 hanno visto dimezzare il valore del loro fatturato e oltre la metà il 52,%, con un conseguente calo occupazionale pari al 40% del totale. Il 30% ha chiuso, ma tanti sono in forte affanno.

A quanto ammonta l’investimento fatto dalle aziende per adeguare le strutture alle prime disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19?
Dipende dalla dimensione dell’azienda e dal codice ateco, comunque la forbice è comprese tra 500 e 3000 euro mediamente.


Gli aiuti previsti per le imprese e le p.iva durante la gestione del primo lockdown sono realmente arrivate e in che termini sono state adeguate alle reali necessità?
Lo sforzo che avrebbe dovuto fare il governo non aveva precedenti, vero. Il problema è che anche la situazione è stata senza precedenti. Mentre la rapidità di intervento resta decisiva in tutte le emergenze, in realtà si è conciliata male con una macchina burocratica che nonostante gli sforzi resta ancora complessa e dannosa (un virus). È per questo che la «potenza di fuoco da 400 miliardi di euro», messa in campo dal governo per dare ossigeno alle aziende con prestiti garantiti dallo Stato e quindi sicuri per le banche, non ha fatto vedere i benefici sperati, anzi, ha indebitato ulteriormente quelle poche aziende che hanno sfruttato questa misura, che secondo noi ha fatto solo bene alle banche.

Per questo secondo lockdown sono molte le proteste, a Cosenza e Reggio Calabria ieri ci sono stati momenti di tensione durante le manifestazioni contro l’istituzione della zona rossa in Calabria. Crotone come sta reagendo? Sono previste iniziative organizzate o imprese, commercianti, artigiani procederanno in modo autonomo ed individuale?
“L’economia di Crotone è in affanno da sempre, l’emergenza sanitaria ha dato il colpo di grazia. Vogliamo solo lavorare” questo è stato lo slogan di tantissimi commercianti che hanno dato vita a questa manifestazione civile, rimanendo aperti contro i dettami del DPCM, facendo vedere che in nostro popolo ha una propria dignità e forza per protestare.

Per concludere ritiene il Decreto “Ristoro” adeguato e sufficiente?Riesce a fare una stima, od una previsione delle aziende che non sopravviveranno a questo secondo stop forzato?
“I rimborsi previsti per i ristoratori sono pietosi”. La carità non serve a niente e a nessuno, le imprese chiedono solo di lavorare in piena sicurezza. Favorevoli a maggiori controlli, ma fateci lavorare questo chiedono le aziende. Un’azienda non si mantiene con 3, 4 o 5mila euro. Il nuovo stop potrebbe portare alla chiusura circa il 30% delle aziende che sono in fortissima mancanza di liquidità.

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